Il nostro futuro è nelle sue ali
Sono molti i fattori che minacciano la sopravvivenza degli impollinatori, ma il più letale è sicuramente rappresentato dall’uso dei pesticidi. Si tratta infatti di sostanze tossiche, persistenti e bioaccumulabili, cioè non smaltibili da nessun organismo vivente. Questi veleni non si limitano a colpire gli organismi bersaglio, ma impattano su interi ecosistemi e danneggiano anche la salute umana.
Anche il cambiamento climatico fa la sua parte: influenza i sistemi biologici terrestri, anticipa la fioritura, la migrazione degli uccelli e la deposizione delle uova, sconvolgendo le attività di molte specie animali, tra cui proprio gli impollinatori. L’impollinazione garantisce il 35% della produzione globale di cibo. Due terzi della frutta e della verdura che consumiamo quotidianamente dipendono dall’impollinazione.
La Commissione UE si è data degli obiettivi precisi: riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi, incremento fino al 25% della superficie destinata al biologico, 10% delle aree agricole dedicate alla biodiversità. E poi è urgente affrontare il tema dei cambiamenti climatici: i governi devono lavorare per giungere ad una riduzione delle emissioni del 65% entro il 2030.
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